"Seduta sulla roccia più alta e più vicino al mare, il blocco da
disegno sulle gambe, i piedi puntati sulla pietra, Diana guar-
dava verso la linea d’orizzonte, controllando le ritmiche incre-
spature sulla superficie, le lande nere che le nuvole di
passaggio proiettavano sull’acqua, le creste delle onde indo-
rate dal sole.
Cercava quella precisa figura, là, negli interni moti del mare.
Così si decise, e portò la punta del lapis sui millimetrici e ru-
vidi rilievi della carta, e cominciò a tracciare le linee che
avrebbero composto un’ala.
Poche ore dopo, la lampada sulla scrivania del suo studio pun-
tata sul foglio avrebbe continuato lo studio di altre parti ana-
tomiche.
Di notte il suo letto era in mezzo ai suoi lavori, le punte delle
dita costantemente macchiate di colore.
Mentre i corvi si affollavano sui tetti delle case, sullo spio-
vente della Church of Our Lady Mother of Divine Grace. So-
stavano sul muro che delimitava la platform della stazione di
Raheny, e muovevano ininterrottamente gli occhi in ogni di-
rezione, a captare ogni suono, ogni spostamento."
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